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PRODUZIONI IN CORSO

SEMMELWEIS
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SEMMELWEIS
La Tragedia di un Santo moderno
da Louis Ferdinand Cèline

Raccontare oggi, nel particolare momento sanitario che stiamo attraversando, la storia del Dottor Semmelweis, il medico che intuì l’importanza dell'asepsi nella pratica ospedaliera, narrata da un giovane ma già promettente Louis-Ferdinand Destouches, non ancora Cèline, in occasione della sua tesi di laurea, ha un duplice senso: mettere in luce gli ostacoli e le contraddizioni della scienza, di fronte alle cause ignote di un male che si va diffondendo, causando morte e seminando sconforto negli ospedali, proprio là dove la Cura dovrebbe essere lo scopo principale, e sottolineare il ruolo, nell’accidentato percorso verso la verità scientifica, dell’intuito e della creatività, elementi centrali, altrettanto necessari del metodo, nello scardinare i vecchi paradigmi per fondarne di nuovi, come ci hanno insegnato epistemologi e filosofi della scienza come Kuhn e Feyerabend.

Andrea Di Bari

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WATERLOO
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WATERLOO 18 giugno 1815 - Il caso e il destino

Racconto per attore, orchestra, mezzosoprano e tamburino
da I Miserabili di Victor Hugo

La battaglia di Waterloo costituisce lo spartiacque tra Rivoluzione e Restaurazione. Victor Hugo sceglie di esprimere attraverso la descrizione della battaglia, che costituisce una digressione importante de I Miserabili, quasi un romanzo nel romanzo, una vera e propria Teoria della Storia. Waterloo esalta il caso, dominatore dei singoli, che si fa interprete di un destino: ma nonostante questa visione è il singolo, è Napoleone l’eroe, se pur negativo. Raccontare Waterloo, una sconfitta così totale da divenire per antonomasia “la sconfitta”, ci permette di osservare e cogliere per pochi accecanti istanti il barbaglio metafisico di “un assoluto”, quasi che, rivivendo, attraverso le parole infuocate di Hugo sottolineate dalle musiche di Nino Rota (composte per il film di Serghei Bondarciuck, Waterloo), i momenti di quello scontro epico, ci potessimo fare
osservatori dell’Idea platonica di sconfitta.

IL DIAVOLO E IL PRESEPE
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IL DIAVOLO E IL PRESEPE

Racconto natalizio per attore, quintetto d'archi e fagotto

di Sergio Basile

Ambientato nella Napoli del '700, patria di uomini di scienza ancorchè in odore di alchimia e negromanzia, come Raimondo di Sangro per intenderci, il racconto narra le disavventure del diavolo Potifar inviato sulla Terra (nei giorni che precedono la Vigilia di Natale) per comprare l'anima di Giuseppe Sammartino, il celebre autore del “Cristo velato” (che si può ammirare nella Cappella del Principe di Sansevero, a Napoli).

ARCHIVIO

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DIPARTIMENTO D'OLTREMARE

in aggiornamento

 

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I CANI DI GERUSALEMME

di Luigi Malerba e Fabio Carpi

Nel suo letto a baldacchino il Barone Nicomede di Calatrava, scettico e indolente - ultimo erede di una dinastia di uomini di non-azione (da Oblomov al musiliano Ulrich) - celebra il proprio credo: la realtà non esiste e se esiste si manifesta nella forma del linguaggio, unico non-luogo dove è possibile tracciare itinerari e stabilire mete. Quando perciò viene costretto a scendere a patti con la dimensione reale e a partire per la crociata in seguito alle pressioni del prete e della sorella - e alla promessa della rimessione dei debiti - il Barone si sottrae a quella sorta di tiranna sanguinaria che è la Storia applicando la propria filosofia. Assumendo cioè la propria missione alla stregua di un paradosso (di quelli tanto cari ai suoi filosofi scettici) in cui il tempo e lo spazio si curvano in una dimensione circolare.

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APPUNTAMENTO A BRINDISI

Il Poeta e l’Imperatore, due figure emblematiche del rapporto inesauribile tra Arte e Potere, si incontrano nella fantasia di Broch, verso la fine del suo fluviale romanzo La Morte di Virgilio, scritto durante l’esilio americano dove era riparato in seguito all’annessione dell’Austria da parte del Terzo Reich. A Brindisi, città di confine tra il mondo occidentale e il Levante, l’autore descrive le ultime ore di vita di Virgilio, di ritorno col convoglio di navi imperiali da Atene, ove si era recato per trarre ispirazione dai luoghi classici con lo scopo di dare forma definitiva all’Eneide. Ma, al contrario, Broch immagina che in questa lunga notte di febbre e delirio,  Virgilio, visitato anche da ombre e fantasmi della sua giovinezza, scorga l’inadeguatezza della sua opera, la sua funzione simbolica celebrativa del potere imperiale, la vanità dell’esperienza terrena di fronte all’inesorabile cammino del tempo, della morte e dunque dell’eternità e giunga perciò alla determinazione di distruggere il suo poema, di sacrificarlo nel nome di una più radicale forma di conoscenza, mistica e ultraterrena

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